Dopo ben 17 anni di attività e 6 di distacco dalla
pubblicazione del disco precedente, i Crest of Darkness tornano con “In the
Presence of Death”. Probabilmente la band sarà già nota agli amanti del
Black/Death, ma forse anche agli appassionati del Power/Prog, vista la presenza
del front-man Ingar Amlien, ex Conception. Come avrete notato è un bello sbalzo
passare dal Power al Black, infatti ascoltando i brani non è un caso che il
basso si senta molto di più rispetto ai canoni del genere, stesso vale per la
pulizia del suono. Il disco offre un Black Metal tradizionale da una rigatura
Death con tanto di influenze Doom; le
mura erette delle chitarre, la batteria fulminea quanto i passaggi e i cambi
tempo, le dannate e rabbiose voci legate ad una buona tecnica creano un vortice
musicale che non da scampo all’ ascoltatore. Le ben riuscite “Demon Child”, “In
the presence of Death” e “Welcome to my Funeral” riescono ad incidere
positivamente sull’ album, comunque già godibile di suo nel generale. Sperando
sia di vostro gradimento, concludo dicendo che il disco è indubbiamente ben
riuscito, ma purtroppo credo che alla band manchi ancora l’ album che le farà
fare il salto di qualità che i fans aspettano.
VOTO: 7/10
-SADIK-
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