Proprio in questi giorni ho avuto tempo e piacere di
approfondire per bene la discografia dei Death SS, e proprio alla fine del mio
viaggio tra i loro vari album cosa spunta? Eh sì, proprio il loro nuovo disco,
gentilmente procuratomi dalla Gatti Promotion! Sicuramente i Death SS non hanno
bisogno di presentazione data la loro grandissima fama, capitanati come sempre
dal vampiro Steve Sylvester, cantante che ho avuto piacere ed onore di
incontrare una settimana fa alla presentazione del proprio libro “Il Negromante
del Rock” al Pandino Fantasy Book, tral’ altro anche con lo scrittore del
libro, nonché mio recensore preferito, Gianni della Cioppa. Ma bando alle
ciance, veniamo al disco in se: “Resurrection” è un album vario ed eterogeneo,
ideato anche per musicare un film o serie TV: ad esempio brani adatti possono
essere “Eaters” o “Ogre’s Lullaby”; forse ciò che caratterizza maggiormente
questo disco, oltre alla nota sopra riportata, sono le melodie tetramente
oscure e il continuo uso di parti più elettriche ed horror, create dal synth.
La stilistica del disco spesso raggiunge ritmi aggressivi e provocatori
affiancati da una buonissima base creata dal tastierista Freddy Delirio; l’
album spesso risulta fortemente influenzato dall’ Industrial Metal e in maniera
molto minore dal Doom e dallo Speed, dal’ altronde un po’ come gli ultimi
dischi della band. Si può parlare forse dell’ anello mancante tra “Heavy
Demons” e “Do What Thou Wilt”, grazie ad un giusto equilibrio tra le pesanti influenze
Industrial e l’ Heavy/Speed Metal del capolavoro della band. Tra i migliori
brani citiamo la pompata “Revived”, la già edita “The Darkest Night” e la soave
“Dionysus”, senza dimenticare la cupa ed aggressiva “Eaters” e la più
misteriosa “The song of Adoration”. A grande sorpresa scopro che il disco è
stato autoprodotto dalla stessa band, e bisogna dire che anche qui Steve e co.
sono riusciti a fare un buon lavoro: il suono è pulito e gli effetti vari si
distinguono perfettamente, valorizzando così il disco. Direi che questa può
essere considerata veramente la resurrezione dei Death SS, un concentrato di
spunti, di idee e di melodie ben amalgamate; ora non attendo altro se non l’
opportunità di vederli live, sperando anche di potermi godere qualche brano di
“Resurrection” pure dal vivo.
VOTO: 8,5/10
-SADIK-
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